In un clima di grande fermento innovativo, la creatività e il talento fanno spazio a un nuovo modo di fare impresa: ogni mese, infatti, nascono start-up innovative create da giovani e meno giovani pronti a sviluppare nuove idee, con un occhio di riguardo all’innovazione e coinvolgendo vari settori, da quello alimentare a quello dell’abbigliamento.

 

Cosa significa essere una start-up

Si parla spesso di start-up ma forse non per tutti è chiaro cosa si intende con questa denominazione: cerchiamo di fare chiarezza. Il termine start-up (dall’inglese “inizio”) indica l’avvio di una nuova impresa, con tutto ciò che ne comporta a livello organizzativo e strutturale. Si tratta, dunque, di piccole realtà che nascono da sempre più numerosi neo-imprenditori che decidono di investire tempo e denaro per concretizzare la loro idea imprenditoriale.

Le aziende già affermate, invece, investono su ricerca e sviluppo, per restare a passo con l’innovazione e le nuove sfide di mercato: per tale motivo, spesso si instaura una proficua collaborazione tra aziende consolidate, che controllano canali produttivi e di accesso al mercato, e start-up innovative che iniettano idee, capacità ed energie nuove, con team di lavoro capaci e preparati che si impegnano sempre più ad analizzare e realizzare prodotti, applicazioni e macchinari innovativi e interessanti.
 
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Nel settore Food, sia le ricerche che le  innovazioni tecnologiche sono state condotte non solo da enti di ricerca e poli universitari ma anche dalle start-up, al fine di ottenere miglioramenti tecnologici e prodotti finora sconosciuti.

 

L’innovazione nel settore Food

Dall’avvento delle start-up, tirando le somme di questi ultimi anni, è emerso un quadro interessante: mentre in passato la tecnologia applicata al food era volta a trovare e mettere in atto nuove modalità di lavorazione, conservazione, confezionamento o immagazzinamento di prodotti alimentari per aumentare la shelf-life  del prodotto ed evitare le alterazioni del prodotto stesso, oggi viene dato un peso maggiore alla “sicurezza”, intesa come sicurezza alimentare.

In sostanza, l’attuale obiettivo comune di ogni neo imprenditore del settore agroalimentare è quello sì di creare qualcosa di innovativo, senza però tralasciare l’aspetto sicurezza.
 
food-security annie spratt unsplash.com
 

Un riconoscimenti alle migliori food start-up italiane

Durante il Giffoni Innovation Hub, tenutosi lo scorso 21 luglio, si è svolta la premiazione dell’edizione 2018 della Creative Business Cup Italia, che ha visto protagonisti anche noi di Italian Food Experience con il premio dedicato alla migliore start-up del settore agroalimentare dell’anno, assegnato ad AllerGenio, piattaforma online che da una parte aiuta a soggetti allergici e/o intolleranti a scegliere gli alimenti corretti e dall’altra aiuta i ristoratori a rispettare la normativa europea in materia: essi, infatti, attraverso AllerGenio possono creare menù ad hoc per i clienti affetti da allergie o intolleranze.

 

Le food start-up in Italia

Possiamo affermare che il Belpaese vanta un certo numero di nuove imprese food e che negli ultimi anni l’attenzione verso il settore agroalimentare è in crescita parecchio, tanto da spingere i nuovi imprenditori a cimentarsi nella creazione di imprese innovative proprio in tale settore.
Secondo i ricercatori dell’Osservatorio Smart AgriFood della School of Management del Politecnico di Milano, sono 481 le giovani imprese innovative attive nell’AgriTech e FoodTech nate dal 2011 ad oggi, di cui 60 – ben il 12% – sono italiane.

Vediamo alcune food start-up italiane che operano con successo nel mercato:

  • Greenrail, start-up fondata da Giovanni Maria De Lisi, che ha immesso sul mercato una traversa ferroviaria ricavata da materiale riciclato. Un’idea innovativa ed ecosostenibile, che  ha già ottenuto una commessa milionaria dalla società statunitense Safepower1;
  • Cortilia, con oltre 2 milioni di euro, è il primo e-commerce di prodotti alimentari a filiera corta, che permette di ricevere direttamente a casa eccellenze locali e nazionali in pochi click, portando a tavola la freschezza di frutta e verdura appena colte;
  • MyFoody è una piattaforma di e-commerce pensata per valorizzare le eccedenze alimentari create dalle imprese del settore produttivo e distributivo e per diminuire la produzione di sprechi alimentari delle imprese e dei consumatori;
  • Biospira, giovane start-up casertana, nata per mano di giovanissimi biologi che hanno realizzato un impianto per la produzione dell’alga spirulina, uno di quegli alimenti definito “super food”;
  • Brandon Ferrari, che opera come intermediario distributivo B2B fra aziende delle categorie Fashion, Sport, Home & Living e Food e i principali digital retailer europei (Amazon, ebay, Vente-Privee, Privalia, Dalani, etc);
  • Moovenda, questa start-up ha sviluppato un servizio di food delivery che punta sulle eccellenze gastronomiche di Roma, Napoli, Torino, Viterbo;
  • My Cooking Box, hanno creato scatole che contengono tutti gli ingredienti (anche sale e olio) per realizzare una tipica ricetta regionale italiana;
  • PrestoFood, fondata nel 2014 dal catanese Guido Consoli, è attiva nel food delivery, in particolare nel Sud Italia (Catania, Palermo, Reggio Calabria). A ottobre 2017 il primo aumento di capitale di 150 mila euro;
  • Supermercato 24, piattaforma online per il servizio di consegna di generi alimentari pensato per chi non può andare al supermercato, ha raccolto oltre 4.7 milioni di euro;
  • Tannico, la start-up di Marco Magnocavallo, milanese, 44 anni, ha sviluppato una piattaforma di e-commerce di vini Made in Italy con l’obiettivo di portarli all’estero. Ha chiuso un round da 3,8 milioni;
  • Wineowine, la start-up di Federico De Cerchio ed Eros Durante consente di acquistare su Internet e ricevere a casa vini di qualità selezionati da un team di enologi. WinoOwine è partita a fine 2013 e ha sede a Roma. Nel 2016 ha chiuso un round da 800 mila euro con Pi Campus, LVenture Group e altri investitori.

 

sx. L’alga spirulina di Biospira, dx. Andrea Casadio di Allergenio k

 

L’agricoltura rinasce grazie all’innovazione

Per non parlare del mestiere più antico del mondo, che oggi sta vivendo una nuova evoluzione. Avete capito di cosa stiamo parlando? Ma certo, è l’agricoltura, un settore che – grazie alla tecnologia e all’innovazione di una serie di start-up – sta vivendo una seconda giovinezza.

Le start-up italiane che si occupano di agricoltura e alimentazione sono un migliaio, con oltre 200 nuove imprese innovative che si definiscono agritech. Grazie a loro, i campi da coltivare si spostano nelle nostre case e nei nostri balconi con un semplice clic.

Se avete nel cassetto un progetto d’impresa che vi sta a cuore e sognate da tempo di vederlo realizzato, cosa aspettate? In fondo, essere start-up è un impegno, una responsabilità, ma è anche un successo.