Il cavolo trunzu di Acireale è un ortaggio che appartiene alla categoria dei cruciferi e che si coltiva nella provincia di Catania. Questa verdura, dalle caratteristiche uniche, è molto apprezzata sia per le sue proprietà benefiche che per la sua bontà: per tali motivi, questo cavolo rapa è un Presidio Slow Food.

Fatta questa doverosa premessa, adesso scopriamo tutto quello che c’è da sapere su questo fantastico ortaggio.

 

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Cavolo Trunzu: origini del nome e principali caratteristiche

Il cavolo trunzu, il cui nome deriva dallo scherzoso appellativo con cui gli abitanti di Catania prendevano in giro quelli di Acireale (nel senso di “testa di rapa”), è un cavolo che si coltiva nel territorio di Acireale e dei comuni limitrofi. Esso si contraddistingue per le piccole dimensioni e per il fatto che la sua parte mangiabile presenta tipiche striature viola. Queste ultime, lo ricordiamo, si riscontrano anche in altri vegetali coltivati nei pressi dell’Etna e sono dovute alle particolari caratteristiche del terreno lavico, che, tra l’altro, conferisce ai prodotti della terra un sapore unico.

Il cavolo trunzu si coltiva in due differenti momenti dell’anno: in primavera (tra il mese di maggio e quello di giugno) e in autunno (tra il mese di ottobre e quello di novembre).

 

Proprietà del cavolo trunzu

Le proprietà del cavolo trunzu sono influenzate ed esaltate dall’ ambiente pedo-climatico in cui viene coltivato. Come tutte le verdure che appartengono alla famiglia delle Crucifere o (Brassicacee), anche questo cavolo è ricco di preziosi principi nutritivi: si pensi, ad esempio, ai numerosi sali minerali e alle vitamine (soprattutto B6 e C9), che risultano particolarmente utili per il benessere degli occhi, dell’apparato scheletrico e di quello digerente; recenti ricerche, inoltre, hanno dimostrato che questo ortaggio svolge anche una preziosa azione depurativa oltre a prevenire diverse patologie neoplastiche.

Il cavolo trunzu, inoltre, rappresenta un ottimo alimento per chi vuole mantenersi in forma, dato il basso apporto calorico (100 g di prodotto contiene solo 27 Kcal), ed è un ottimo alleato per combattere la cellulite estetica.

 

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Ricette a base di cavolo trunzu

Il cavolo trunzu si mangia sia crudo, in insalata, che cotto. Nel primo caso, l’ortaggio viene tagliato alla julienne e viene insaporito con l’olio evo, il sale, il pepe e l’aceto o, in sostituzione di quest’ultimo, il succo di limone. Può essere consumato da solo oppure come contorno di un secondo piatto a base di carne alla brace. Nel caso in cui venga cotto, lo si fa solitamente stufato (stufateddu), oppure lo si utilizza come ulteriore ingrediente della pasta con le sarde.

 

 

La Sagra do trunzu

Al cavolo trunzu, apprezzato per le sue eccellenti caratteristiche,  è dedicata una sagra della durata di tre giorni che si svolge ogni anno, nel mese di luglio, presso la Villa Belvedere di Acireale. In questa occasione, è possibile assaggiare il cavolo trunzu sotto forma di numerose preparazioni culinarie, talora anche assai originali, ad esempio come farcitura negli arancini. Per l’occasione sono previsti cooking show, intrattenimenti musicali e spettacoli di cabaret.

Maggiori informazioni le trovate sulla pagina Facebook della Sagra.

 

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Il Presidio Slow Food a difesa del cavolo trunzu

Già dalla prima metà del XX secolo, il cavolo trunzu di Acireale era uno dei prodotti ortofrutticoli più apprezzati del catanese. Tuttavia, a partire dagli anni cinquanta, questo vegetale è stato soppiantato da altre verdure che garantivano al produttore un maggiore guadagno. Proprio per questo motivo, in tempi recenti, il cavolo trunzu è stato oggetto di tutela del Presidio Slow Food, che si è impegnato a valorizzare l’ortaggio, recuperando le antiche tecniche di coltivazione ispirate a principi eco-friendly.

Il cavolo trunzu viene oggi venduto direttamente dai produttori presso le aziende agricole o nei mercati di zona; solo una minima parte del raccolto, invece, è destinato alla vendita all’ingrosso.

L’ortaggio, lo ricordiamo viene raccolto in mazzetti e avvolto nelle sue ampie foglie, che ne tutelano la freschezza e la bontà.