Il genepì è un delizioso liquore d’erbe valdostano che si ricava unendo l’omonima pianta montana (del genere artemisia) a una base di alcol, mediante la macerazione. Questo superalcolico è solitamente utilizzato come digestivo o come ingrediente aromatizzante in diversi cocktail. Nel 2014 al “Genepì des Alpes” è stato riconosciuto il marchio IGP.
Scopriamo nel dettaglio curiosità e caratteristiche di questo prodotto tradizionale.
Caratteristiche della pianta di genepì
Il genepì è una pianta aromatica che cresce spontaneamente tra le montagne della Valle d’Aosta e del Piemonte (in particolare le piantagioni si concentrano nel cuneese, nel torinese e nell’area dell’Alta Val di Susa, della Val Chisone, della Val Germanasca e del Val Pellice). Cresce spontaneamente oltre i 2.000 metri di altitudine, in ambienti spesso inaccessibili e impraticabili. Di piante dello stesso genere (le artemisie) ne esistono circa 200, ma quelle che vengono utilizzate per il genepì sono soltanto 3: l’artemisia spicata, la mutellina e la glacialis.
Si tratta di piante di piccole dimensioni che non superano i 15 centimetri di altezza e che presentano un diametro compreso tra i 5 e i 20 centimetri; la loro infiorescenza è molto simile a quella della spiga. I fiori, poi, sono sia maschi che femmine, ma solo i primi vengono impiegati per realizzare il liquore, in quanto risultano essere più aromatici.
Genepì: le migliori piante crescono ad alta quota
La pianta di genepì fu dichiarata pianta protetta nel 1928 e, in virtù di ciò, sono state introdotte numerose limitazioni alla sua raccolta. Questa circostanza ha spinto diversi agricoltori a realizzare delle coltivazioni ad hoc: l’unica specie che si è rivelata adatta alla coltivazione, lo ricordiamo, è stata è l’Artemisia Mutellina. Tuttavia il genepì così realizzato risulta essere meno aromatico di quello che si ottiene dalle erbe spontanee: le piante che crescono in alta montagna, infatti, contengono una maggiore quantità di oli essenziali. Proprio per questa ragione, alcuni coltivatori hanno deciso di trasferire a quote più elevate le piantagioni di genepì.
Come si realizza il genepì
Il genepì è un liquore tipico delle Alpi valdostane e del Piemonte. Le piante di genepì essiccate vengono collocate in appositi recipienti di acciaio, riempiti con una miscela idroalcolica. In questi contenitori avviene il processo di infusione, che dura circa un mese. Trascorso questo tempo, l’infuso viene torchiato e arricchito con una soluzione di acqua e zucchero. Quindi si ha un ulteriore periodo di riposo finalizzato a favorire la sedimentazione delle parti non solubili. Il genepì, lo ricordiamo, può anche essere ottenuto per sospensione.
Il genepì nei secoli scorsi
La pianta di genepì è da secoli utilizzata per la realizzazione dell’omonimo liquore, che si contraddistingue per il suo sapore unico e rinfrescante. In passato, esso era impiegato sia per contrastare i processi infiammatori che per ottenere altri preziosi benefici: il genepì, infatti, era molto apprezzato per la sua azione tonificante, antibatterica ed espettorante (assai utile in caso di raffreddore e influenze).
Ricette a base di genepì
Il genepì, è risaputo, consente ai degustatori di assaporare lo spirito della montagna e del sottobosco: si tratta, infatti, di un liquore ricco di profumi floreali, fruttati, aromatici e speziati. Oltre a essere un ottimo digestivo (che va servito sempre ben freddo) e un ingrediente per cocktail gustosi e originali, il genepì può essere anche utilizzato per altre preparazioni culinarie, come primi piatti e dessert.