La coltivazione dell’ulivo è una pratica antica di circa 6000 anni. Si suppone che la sua coltura sia comparsa per la prima volta nell’Asia occidentale: ne fanno fede racconti tradizionali, testi religiosi e rinvenimenti archeologici. La pianta dell’ulivo ha avuto il suo habitat originario in Siria, per poi diffondersi in tutta l’area mediterranea.
Fin dai tempi più remoti l’oliva era considerata un simbolo trascendente di spiritualità e sacralità. Sinonimo di fertilità e rinascita, nella mitologia come nella religione, il frutto dell’ulivo rappresentava un elemento naturale di forza e di purificazione.
A differenza delle comuni specie di oliva diffuse e coltivate in Italia, la specie Olea europaea varietà leucocarpa, anticamente chiamata “Leucolea” (che significa appunto “bianca oliva”), deriva da antiche varietà di oliva originarie dalla Grecia e importate in Italia: almeno questo è quanto emerge dai reperti letterari.
Ad oggi, le poche piante di leucolea sopravvissute sono presenti sporadicamente in soprassuoli di alcune regioni italiane come la Toscana e soprattutto la Calabria. Gli esemplari ritrovati, grazie ad illuminati olivicoltori e agronomi, sono stati salvati e riprodotti con nuovi innesti, riportando a nuova vita questa bellissima e antica specie.
Caratteristiche della pianta di leucolea
L’albero della leucolea è mediamente vigoroso, con portamento assurgente. La chioma è ampia ed espansa. Le foglie sono di dimensioni medio grandi, allungate, di colore verde scuro.
Dopo circa cinque anni dalla messa a dimora, la pianta di leucolea inizia a produrre le sue drupe che, a maturazione avvenuta, dona olive bianche: i suoi delicati frutti sono albini perché privi di pigmenti.
Hanno forma ovale e polpa carnosa e possono rimanere sulla pianta più a lungo di altre varietà, anche fino a primavera, periodo in cui si ottiene un effetto cromatico molto particolare: il verde scuro delle foglie e il bianco delle drupe.
La loro resa è buona e l’olio che se ne ottiene è molto chiaro ma insapore e le olive, anche se poste in salamoia o sotto sale, risultano sempre scipite.

Olive Albine
Come utilizzare la leucolea
Dalla leucolea e si ottiene un olio chiarissimo, che in passato era chiamato “olio del Crisma” e veniva
utilizzato:
- ungere i designati alle alte cariche imperiali bizantine;
- nelle cerimonie di incoronazione degli imperatori;
- come olio sacro nelle funzioni religiose quali battesimo, cresima, unzione dei malati;
- nell’ordinazione dei sacerdoti e vescovi;
- per alimentare le lampade nei luoghi sacri, perché bruciando l’olio di oliva bianca produce poco fumo.
Non si hanno notizie se in passato tale olio fosse impiegato nell’alimentazione delle persone. Ciò che possiamo affermare è che, oggi, l’oliva bianca non viene utilizzata in cucina poiché insapore, come anche l’olio di leucolea.
- Olea europaea leucocarpa
- Olea leucocarpa
Recupero della leucole e sviluppi futuri
L’auspicio per il futuro dell’oliva bianca è pensare a nuovi progetti che abbiano l’obiettivo di salvaguardare e conservare questa rara varietà di oliva, magari innestandola e coltivandola.
Si sta puntando molto sul recupero della pianta di leucolea per capire i suoi effetti salutari e l’impiego nella cosmesi. Le olive bianche possono esaltare pietanze sperimentali o affinamenti di altri prodotti “in trasformazione” o “in fermentazione”, ottenendo prodotti finali che vengono conditi nelle maniere più diverse e impensabili, ma che lasciano emergere le colture popolari tramandate da secoli di padre in figlio, in particolare i prodotti naturali del territorio.
Al momento, c’è poca attività di vendita della leucolea, perché si conservano solo poche piante che, tra l’altro, sono utilizzate per alcune ricerche scientifiche.