Rapp-Horto, l’agricoltura per tutti a portata di app
Dare il proprio contributo per un mondo migliore: un obiettivo ambizioso, soprattutto per realtà imprenditoriali giovani. Non per Rapp/horto, la start-up vincitrice della Creative Business Cup Italia 2021, di cui il Consorzio Materahub – l’organizzazione ideatrice di Italian Food Experience – è host nazionale.
Con l’app Rapp/horto è possibile seminare, innaffiare e curare le piante fino a quanto gli ortaggi reali saranno direttamente recapitati a casa, a Km zero. Insomma, una filiera diretta che punta a eliminare gli sprechi attraverso una logistica mirata.
A raccontarci di questa start up innovativa, che ha riscosso molto successo e che è ricca di nuovi idee ancora da sviluppare, è Luca Lombardo, founder del progetto che rappresenterà l’Italia tra i 60 Paesi coinvolti nella competizione, nella finalissima della CBC Global Finals del 28 e 29 giugno a Copenaghen.
Buona lettura!
Salve Luca, benvenuto su Italian Food Experience. Come è nata la startup Rapp/horto.
Grazie per l’invito, ne sono onorato.
Rapp/horto nasce nel 2015 da un’idea semplice da capire ma abbastanza complicata da realizzare: unire un’alimentazione equilibrata, il rispetto per la natura e indicare con più trasparenza la provenienza dei prodotti posti sugli scaffali e i loro tempi di maturazione, facendo anche emergere il lavoro che c’è dietro la loro coltivazione da parte delle aziende agricole del territorio, soprattutto quelle piccole.
Rapp/horto ha iniziato ad avere una sua identità dal momento in cui è uscita fuori dai classici canoni di pensiero, dando alle persone la possibilità di essere loro stesse a interagire con la natura e, nel frattempo, avere un’infarinatura generale sulla realizzazione di un orto senza intermediari, con la consapevolezza di ciò che arriva sulla loro tavola. Ovviamente puntando il tutto per tutto su KM zero e biologico.
Unendo i vari fili conduttori e i principi saldi dell’applicazione, ha preso forma Rapp/horto: ci sono voluti studi e collaborazioni con professionisti del settore. Da solo non sarei riuscito a realizzare ciò che oggi è una realtà.
Chi è il vostro principale business target?
Il primo passo realizzato è Rapp/horto, app attraverso la quale è possibile “adottare” un orto di 16 metri divertendosi a fare gli agricoltori assieme ai due avatar Emma e Peter, che ci insegnano a prenderci cura delle piante che abbiamo scelto di seminare nel nostro orto, realmente coltivato da altri ma gestito da noi attraverso l’app.
Il business target è ampio: ci si rivolge a tutti coloro che amano o semplicemente scelgono prodotti sani e biologici, con una filiera ridotta tra azienda e utente, con la massima trasparenza. Al momento di cogliere i frutti del proprio orto è possibile scegliere di farseli recapitare direttamente a casa o andare di persona all’interno dell’azienda agricola scelta e cogliere i frutti del proprio sudore da soli.
Un progetto da realizzare è la collaborazione con le scuole, facendo in modo che in forma ludica i bambini imparino le basi del food.
Insomma, Rapp/horto è rivolto a tutti coloro che, assieme a noi, cerchino la salvaguardia dell’ambiente, con meno utilizzo di materiale plastico per l’imballaggio e un consumo consapevole delle risorse della terra.
Rapp/horto inizia con un target veramente ampio; con i nostri futuri applicativi Rapp/wine e Rapp/oil, raggiungeremo altri segmenti. Tali servizi, infatti, si rivolgeranno a un mercato ancora più ampio, oltre i confini nazionali, con la stessa dinamica di Rapp/horto. L’obiettivo è quello di raggiungere appassionati da tutto il mondo che gestiranno i loro appezzamenti di vigna o di olivi per vedersi recapitare il prodotto finale a casa o venendo direttamente nel nostro bellissimo paese a passare vacanze consapevoli e diverse dal turismo massivo.
Come mai avete scelto di realizzare un’app?
La realizzazione dell’app non è stata una scelta secondaria o di rimbalzo.
Per realizzare il progetto e le future declinazioni, l’app è necessaria e vitale e rappresenta il fulcro del sistema Rapp/horto. Se ci fossimo limitati a un sito internet o a un e-commerce, non avremmo dato al progetto quel tocco di innovazione e interazione cliente/azienda agricola che rende unica l’app.
La particolarità e l’innovazione di Rapp/horto derivano anche dalla forma ludica dell’interazione richiesta dall’utente che, lo ricordiamo, svolge virtualmente sull’app ciò che a sua volta viene svolto nella realtà da un agricoltore. Siamo solo all’inizio e uno degli ampliamenti di Rapp/horto sarà l’interazione in 3D – in un futuro non troppo lontano e alla portata di tutti – con un visore attraverso il quale ci si troverà immersi nel proprio orto adottato attraverso una simulazione fisica/virtuale che riproduceranno tutte le varie fasi di cura dell’orto.
Rapp/horto è il vincitore della Creative Business Cup Italia 2021. Da giovane startupper, cosa significa questo prestigioso riconoscimento per la tua carriera?
Sono felicissimo e ancora incredulo di aver vinto la Creative Business Cup Italia 2021: quandoho ricevuto la mail in cui mi veniva comunicata la vittoria di questa competition, non ho fatto altro che leggerla e rileggerla più volte.
Questa vittoria non è solo mia: voglio ringraziare Cristina Nae, volto di Rapp/horto e manager delle relazioni con il pubblico social del progetto; Mari Selea, collaboratrice e traduttrice; Barbara Rizzi, giurista d’impresa e consulente per Rapp/horto, senza dimenticare tutti coloro che, in qualche modo, hanno dato vita e supporto al progetto, anche solo con frasi di incoraggiamento nel proseguire. Ringrazio la giuria della CBC Italia che, nel valutare e votare il progetto, ha compreso e sostenuto il sacrificio e il lavoro che c’è dietro all’app di Rapp/horto.
La vittoria ci dà la giusta carica e motivazione per affrontare le sfide che si presenteranno nel futuro. Inoltre, da giovane startupper questo traguardo mi dà la conferma che la strada intrapresa fino ad oggi è quella giusta, nonostante le difficoltà e qualche battuta d’arresto strada facendo: l’importante è non arrendersi mai, credere e difendere le proprie idee e progetti. Insomma, siamo noi a dover cambiare in meglio il nostro futuro per amore del nostro pianeta.
Il riconoscimento della vittoria dà alla mia carriera e quella dei collaboratori un valore aggiunto di apprezzabilità e prestigio, un tassello da aggiungere con orgoglio al nostro percorso futuro.
A proposito di percorsi futuri, quali sono i progetti in cantiere della startup?
Come ho anticipato siamo solo all’inizio dell’avventura Rapp/horto: in futuro si amplieranno i prodotti da poter coltivare, dando una scelta ampia e stagionale. Allo studio ci sono tre declinazioni di Rapp/horto:
- Rapp/Grapes, dove l’utente – tramite un’app avente lo stesso sistema di Rapp/horto – adotterà i suoi filari di vigna, curandoli con impegno e dedizione e seguendo il lavoro fino al prodotto finale, ossia le sue cassette di vino (sempre con l’opzione di potersi recare di persona nell’azienda prescelta a ritirare il prodotto e passare una giornata immersi nella natura);
- Rapp/oil, con l’adozione di filari di ulivi, avendo per sé olio di produzione locale;
- infine, ma non meno importante, Rapp/Gold, attraverso il quale l’utente avrà la possibilità di creare il proprio gioiello e interagire con il maestro orafo che ne esegue la produzione. Per questo progetto abbiamo coinvolto maestri orafi che fanno parte del distretto orafo di Valenza, raggruppati sotto il marchio VALENZA IMPRONTA ORAFA, fiore all’occhiello per la città di Valenza.
Abbiamo ancora tanta strada da percorrere e obiettivi da raggiungere ma siamo fiduciosi che, un passo alla volta, potremo realizzare tutto ciò che ci siamo prefissati. D’altronde, con il sistema di interazione diretta e social, Rapp/horto è applicabile a ogni segmento del food.
Chissà, magari un giorno sarò io ad avere l’app con la mia piantagione di caffè adottata e farmi recapitare a casa il prodotto finito e curato da me.