Una cantina, assieme ai suoi vini, è spesso la realizzazione di un sogno legato alle storie di un luogo e all’amore per la propria terra.
La storia delle Cantine Donnafugata rappresenta la visione concreta di una famiglia siciliana che, con passione, ha saputo innovare lo stile e la percezione del vino siciliano nel mondo. In particolare, quella di Giacomo Rallo – quarta generazione di una famiglia con oltre 160 anni di esperienza nel vino di qualità – che fonda Donnafugata nel 1983 insieme alla moglie Gabriella, continuando a seguire l’azienda con grande lungimiranza fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 2016.
Oggi, la quinta generazione – rappresentata dai figli di Giacomo, José e Antonio – guida una squadra di persone ricca di competenze e fortemente motivate a rappresentare l’eccellenza del Made in Italy nel mondo, raccogliendo sempre nuove sfide.
Sfide che includono anche un continuo e fitto legame con la Sicilia, regione in cui Donnafugata opera con ben 5 sedi di produzione: le antiche cantine di famiglia a Marsala, dove hanno luogo i processi di affinamento e imbottigliamento; la cantina di Contessa Entellina, nel cuore della Sicilia occidentale, con vigneti (283 ettari) e uliveti (9 ettari); la cantina di Khamma a Pantelleria, isola vulcanica tra la Sicilia e l’Africa, con vigneti di Zibibbo (68 ettari) coltivati ad alberello pantesco (Patrimonio dell’Unesco).
Con la vendemmia 2016, Donnafugata realizza un sogno coltivato da tempo: produrre, nella Sicilia orientale, i vini delle prestigiose denominazioni Etna, Cerasuolo e Frappato di Vittoria, potendo contare rispettivamente su 18 ettari di vigneto e una cantina di vinificazione a Randazzo, sul versante nord del vulcano, e su 36 ettari ad Acate, territorio classico della denominazione. Un progetto aziendale che vuole proporre l’eccellenza del vino siciliano da territori diversi, tutti dal potenziale straordinario.
Il nome Donnafugata, che significa “donna in fuga” e rimanda al romanzo Il Gattopardo, si riferisce alla storia di una regina che trovò rifugio dove oggi si trovano i vigneti aziendali. Una vicenda che ha anche ispirato il logo aziendale. I vini icona dell’azienda oggi sono il rosso Mille e una Notte, prodotto nella tenuta di Contessa Entellina, il Ben Ryé Passito di Pantelleria e il Fragore rosso dell’Etna da Contrada Montelaguardia a Randazzo.
Per conoscere meglio questa bellissima realtà siciliana, abbiamo intervistato Baldo Palermo, Responsabile delle Pubbliche Relazioni di Donnafugata. Preparate i calici: inizia il viaggio all’interno di questa rinomata cantina siciliana.
Ciao Baldo, benvenuto su Italian Food Experience. Donnafugata è una cantina di estrema bellezza. Qual è la mission dell’azienda?
Vogliamo proporre al mondo vini che si distinguano per piacevolezza e complessità, vini capaci di convincere e di rendere felice chi li assaggia. Vogliamo rappresentare l’eccellenza del Made in Italy, il dialogo tra l’arte, il vino e la sostenibilità.
Se doveste spiegare il vostro stile a qualcuno che non conosce la vostra produzione, come definireste i vostri vini?
I vini Donnafugata sono il frutto di un fare sartoriale. Produciamo nel rispetto dell’ambiente una gamma di vini eclettici e coerenti. Vini rappresentativi di una Sicilia innovativa. Chi sceglie i nostri vini avrà la certezza di degustare piccole produzioni di pregio da territori e vigneti unici. Potrà farsi conquistare dalla bellezza delle etichette, dall’affidabilità del marchio e dalla passione che ci contraddistingue. Entrerà nel mondo e nei colori di Donnafugata.
Producete molte tipologie di vino e spumante: qual è quello che più vi rappresenta?
Da un lato, tra i fan di Donnafugata riscuotono grande notorietà due vini – i primi prodotti nella storia dell’azienda – che sono Anthìlia e Sedàra, il bianco ed il rosso di Donnafugata.
I più esigenti sono anche estimatori dei nostri vini icona come il Mille e Una Notte e il Passito di Pantelleria Ben Ryé. Tra questi vini altamente rappresentativi, c’è adesso anche un vino dell’Etna quale FRAGORE, un cru da uve Nerello Mascalese della Contrada Motelaguardia a Randazzo.
Quale piatto tipico della vostra zona abbinereste ai vostri vini?
Considerato che siamo in più aree della Sicilia, ne suggeriamo più di uno: il Cous-cous di pesce con il nostro vino bianco Vigna di Gabri; mentre al nostro Floramundi Cerasuolo di Vittoria, suggeriamo di abbinare la scaccia, la specialità ragusana più nota e apprezzata. Questo piatto, di origine contadina, è simile ad una focaccia ripiena il cui condimento può essere di pomodoro e cipolla, ricotta e salsiccia e pomodoro oppure melanzane. Con un piatto a base di Suino Nero dei Nebrodi, invece, suggeriamo di abbinare il nostro Sul Vulcano Etna rosso. Infine, con il Bacio Pantesco, un dolce tipico di Pantelleria con il ripieno di ricotta, non può che andare il nostro famoso Ben Ryé.
Un’ultimo consiglio! Con quale spumante Donnafugata ci consigliate di brindare al nuovo anno?
Certamente con il nostro Donnafugata Brut Metodo Classico annata 2015. Uno spumante da uve Chardonnay e Pinot Nero, grande testimonial di eleganza mediterranea.
Quali sono i progetti futuri della cantina?
Far conoscere sempre di più le nostre recenti produzioni dell’Etna e anche quelle di Vittoria, come il Frappato e il Cerasuolo: vini dalla personalità unica.