Yeastime, startup biotech

Yeastime: l’arte della fermentazione 2.0

11/11/2022 | Storie, Lazio

Yeastime è una startup biotech innovativa nata a Roma che, attraverso un dispositivo deep-tech e l’uso di sensori e onde meccaniche, riduce il tempo, il consumo e i costi energetici del processo fermentativo delle colture cellulari liquide.

Si è aggiudicata la vittoria dell’edizione italiana 2022 della Creative Business Cup, rappresentando l’Italia alle Global Finals tenutesi a Copenaghen il 27-28 giugno e classificandosi tra le prime 12 startup finaliste provenienti da tutto il mondo.

Per capirne di più abbiamo incontrato Ulisse Castellano, Business Developer insieme a Pierfrancesco Mazzolini, che con Alessandro Contaldo, Federico Ortenzi e Luca Buccarello compongono il team di Yeastime.

Ciao Ulisse, benvenuto su Italian Food Experience. Raccontaci come nasce l’idea di Yeastime

L’idea nasce dalla passione condivisa da tutti i membri del team per la ricerca e la sperimentazione di idee innovative. Yeastime si sviluppa nell’ambito della bioacustica, una scienza interdisciplinare che sposa biologia e acustica. Il nostro background da homebrewers ci ha permesso di sperimentare direttamente i primi prototipi, i quali, sin da subito, hanno generato una diminuzione del tempo di processo nella fase di fermentazione primaria.

Come funziona il vostro dispositivo?

Il dispositivo agisce direttamente aumentando le capacità metaboliche dei microorganismi responsabili del processo di fermentazione durante la loro fase di catalisi. YT01 (nome del nostro primo prototipo), propaga attraverso le fasce contenitive di acciaio inox, di cui sono composti i fermentatori, al cui interno si svolge il processo sotto stimolazione, delle onde meccaniche in grado di eccitare i lieviti introdotti nei bioreattori per attivare la fermentazione. In tal modo, il device accelera del 30% il suddetto processo catalitico senza alterare in alcun modo le proprietà chimico-fisiche del prodotto e la sua fruibilità nel tempo.

InoltreYT01, diminuendo il tempo di fermentazione primaria, riduce della stessa % di accelerazione il fabbisogno di bioreattori. A tal proposito è evidente la creazione di valore legata all’abbattimento dei costi energetici e quindi della carbon footprint associata alla fabbricazione dei suddetti macchinari industriali.

Oltre all’accelerazione del processo di fermentazione della birra, la vostra tecnologia può essere utile anche in altri campi come quello farmaceutico o dei biocarburanti: ci spiegate di più?

Oltre alla birra Yeastime ha in cantiere diversi POC relativi ai processi di fermentazione di colture cellulari liquide oggetto della nostra IP. Invero, il processo brevettato ha una funzionalità diretta sulle seguenti macrocategorie di prodotto, in aggiunta a quello agroalimentare già rappresentato dalla produzione brassicola:

  • BIOFUEL da MICROALGHE:

La nostra tecnologia brevettata applicata al fotobioreattore induce un cambiamento del metabolismo delle microalghe, aumentando così l’espressione di metaboliti secondari utili per il mercato, come pigmenti, lipidi, ecc. 

  • PRODOTTI COSMETICI E FARMACEUTICI:

Può essere incorporata nel bioreattore (monouso e riutilizzabile), ottimizzando così la produzione di spore, proteine e la coltura cellulare.

La vostra startup innovativa è vincitrice italiana della Creative Business Cup 2022, classificandosi tra le prime 12 startup nelle Finali Globali a Copenaghen: tirando le somme, come avete vissuto questa avventura?

È stato estremamente interessante partecipare alle Global fFnals a Copenhagen. Siamo molto contenti di aver vinto l’edizione italiana: il nostro obiettivo è lasciare il segno ispirandoci all’innovazione contenuta nei meccanismi evoluti in natura. La nostra vittoria più grande è la creazione di valore indotta dalle interazioni di rete offerte da manifestazioni simili.

Quali sono i vostri obiettivi e progetti futuri?

Il nostro obiettivo è quello di soddisfare le esigenze di crescita delle piccole-medie imprese del nostro territorio, fornendo un vantaggio competitivo a chiunque voglia aumentare le proprie economie di scala con un occhio di riguardo alle emissioni. Invero, riducendo la propria impronta ecologica e l’impatto ambientale dei provider di facilities industriali di settore, come in tal caso i bioreattori, sarà possibile emergere come player di spicco ed aumentare notevolmente lo stakeholder engagement.

In futuro vogliamo istituire un ente di ricerca che faccia della bioacustica il mezzo per rivoluzionare il panorama industriale basato sulla fermentazione in scala mondiale.