La Carnia è un’area geografica che si trova nella parte settentrionale del Friuli Venezia Giulia, ai confini con l’Austria. Si estende per circa 1200 chilometri quadrati ed è compresa tra il comune di Tolmezzo (il suo capoluogo) e il Parco naturale delle Dolomiti Friulane.
Questa regione si distingue per l’enorme varietà di paesaggi (boschi, corsi d’acqua, vallate, monti, cascate, canyon, ecc.), per la natura incontaminata e la vegetazione rigogliosa e lussureggiante. Sono molto belli anche i suoi piccoli borghi caratterizzati da costruzioni in pietra e botteghe tradizionali in cui gli artigiani realizzano manufatti in ceramica, ferro pietra e legno.
La Carnia è nota anche per i suoi prodotti gastronomici: nel corso di questo articolo, fra curiosità legate alla storia e consigli su quali luoghi visitare, scopriremo anche i piatti tipici di questa stupenda regione.
- In bici per la Carnia
- Albergo Diffuso in Carnia
Cosa vedere in Carnia
Altopiani alpini, boschi, laghi, valli e borghi caratteristici offrono stimoli per una vacanza o una breve pausa dalla vita quotidiana in ogni periodo dell’anno. I luoghi della Carnia offrono anche l’occasione di praticare interessanti attività all’aperto, a contatto diretto con la natura, come passeggiate, trekking, gite a cavallo o in bici, ciaspolate e sci. In un itinerario di poche centinaia di chilometri, inoltre, si possono visitare alcuni dei borghi più belli d’Italia.
Conosciamo alcuni dei più bei borghi della Carnia.

Grand Hotel Gortani Arta Terme
Arta Terme
Arta Terme è un piccolo centro abitato che fin, dai tempi dell’impero romano, era conosciuto per le virtù delle sue acque termali.
Il suo borgo è situato su di una sorgente di acqua solforosa, ai piedi del celebre Monte Zoncolan, la 14° tappa del Giro d’Italia 2018 e classificata come una delle più difficili.
Il suo centro termale è fonte di turismo tutto l’anno nonché base per la partenza agli impianti sciistici o per escursioni e passeggiate ideali per tutta la famiglia.
Un periodo di soggiorno ad Arta Terme è l’occasione per scoprire un paesaggio ancora immutato. Gli amanti di storia e opere artistiche, infatti, sono soliti seguire i percorsi a Zuglio, lo lulium Carnicum, la cittadina di impronta romana più a nord del paese, dove sono presenti i resti di due basiliche paleocristiane e la Pieve Matrice di San Pietro, risalente al 1312, che custodisce il grande Cristo Ligneo del 1550 e la conversione del XVI sec di San Paolo.

Sauris
Sauris
Tra i borghi che meritano una visita in Carnia, soprattutto per gli amanti dell’Italian Food, uno di questi è sicuramente Sauris.
Il borgo di Sauris si divide in due: Sauris di Sotto e Sauris di Sopra. I due nuclei si differenziano per l’ubicazione in altitudine (Sopra e Sotto) e per due caratteristiche.
Sauris di Sotto è situato nelle vicinanze del lago appunto di Sauris. Qui, merita una visita il Santuario di Sant’Osvaldo del 1300 con all’interno opere in stile tardo gotico tedesco
Sauris di Sopra, con le sue tipiche case di legno e pietra, è conosciuto per una serie eccellenze gastronomiche tra le più famose in Italia e all’estero: il prosciutto crudo IGP di Sauris (affumicato in modo naturale con legno di faggio), lo speck e la birra artigianale realizzata con l’acqua del posto, ricca di sali minerali.
Proprio per la sua vicinanza con l’Austria, Sauris è paesino alloglotto: i suoi abitanti parlano una lingua molto particolare che viene tramandata da secoli ed è simile al tedesco.
Una ricorrenza storica, ripresa negli anni ‘90, è il carnevale Voshankh con le tradizionali maschere di legno, che si aggirano per il centro abitato assieme il Rölar e il Kheirar: due figure magiche e demoniache.

Uno scorcio del borgo Sutrio
Sutrio
Fa parte dell’associazione dei borghi autentici d’Italia ed è conosciuto per le botteghe artigiane di intagliatura e scultura del legno.
Il suo borgo è adornato da splendidi palazzi settecenteschi ancor oggi ben conservati: in alcuni è possibile anche alloggiare (è proprio da Sutrio che nasce l’iniziativa dell’albergo diffuso).
Qui, ogni anno si festeggia il Cjarson, un piatto tipico della cucina carnica. Sono dei ravioli a mezzaluna con un ripieno salato-dolce e aromatizzato con erbe locali.
Una leggenda della Carnia narra che un tempo il Guriùt, un folletto molto ghiotto, fu colto all’improvviso dalla cuoca a rubare della panna che rivestiva il latte da poco munto e conservato in una bacinella. Il folletto, probabilmente pentito di quel gesto, decise di riparare e insegnando alla donna come preparare la ricetta dei cjarsòns. Probabilmente però, l’origine di questo piatto della tradizione carnica è più legata ai cramârs, ossia ai venditori ambulanti di spezie che in antichità attraversavano le montagne per commerciare con i paesi d’oltralpe.
I dintorni offrono escursioni che narrano la storia e la tradizione pastorale, come quella sul Monte Tamai, dove troviamo ancora oggi le casere, ossia le strutture in legno dove i pastori si riposavano e producevano il formaggio di malga, quando portavano le mucche al pascolo.
- Festa della Polenta in Piazza XX Settembre a Tolmezzo
- Vista su Piazza XX Settembre a Tolmezzo dal terrazzino dell’Albergo Roma
Tolmezzo
È il comune più grande in Carnia. Centro di servizi, smistamento e collegamento con le arterie principali e il resto della regione, a Tolmezzo sorgono importanti fabbriche come la AMB, che produce film coestrusi ad alta barriera per prodotti adatti al packaging alimentare, di largo consumo o industriali.
Una particolarità della città di Tolmezzo, vista dall’alto, sta nella sua forma triangolare, oggi simbolo della città.
Come molti comuni friulani, Tolmezzo è stata distrutta dal terremoto del 1976 e ricostruita da zero cercando di preservare la sua antica storia; in particolare, la sua posizione originale sull’antica Via Aurelia romana. Lungo le montagne confinanti, poi, è possibile fare trekking assieme al CAI (Club Alpino Italiano) locale, percorrendo i sentieri tracciati delle trincee scavate dagli alpini durante la Prima Guerra Mondiale.

Interni di La Mozartina
Paularo
Ad una ventina di chilometri da Tolmezzo, c’è Paularo. Un altro piccolo comune della Carnia, che conserva un archivio musicale di grande interesse: la Mozartina, un museo di antichi strumenti musicali a tastiera sia antichi che moderni, in cui è possibile visionare anche una serie di manoscritti musicali realizzati da artisti settecenteschi. La Mozartina è ospitata negli ambienti di Palazzo Scala, edificio del XVII secolo, ed è curato dal titolare e Maestro prof. Giovanni Canciani.

Olologio a palette giganti di Pesariis in Carnia
Pesariis in Carnia
C’è un pezzo di storia che in pochi conoscono: la gran parte degli orologi a palette delle stazioni ferroviarie italiane è stata realizzata dalla Solari di Udine S.p.A. L’azienda, fondata proprio a Pesariis (dove aveva il primo storico stabilimento) è uno dei principali fornitori di orologi per stazioni, aeroporti e autostrade nel mondo.

Orologio a vasche d’acqua per il Museo dell’orologeria Pesarina a Prato Carnico
Prato Carnico
Un importantissimo centro artigianale della Carnia è il delizioso borgo di Prato Carnico, meglio noto come il “paese degli orologi”. Occorre sapere, infatti, che la produzione di orologi – la cui tradizione prese il via all’inizio del diciottesimo secolo – ebbe un impatto socio-economico assai rilevante per la Carnia. Testimonianza diretta di quel florido periodo è il celebre Museo dell’orologeria Pesarina, situato proprio a Prato Carnico: in questo museo, infatti, è possibile ammirare una vasta gamma di strumenti per la misurazione del tempo, come, ad esempio, l’orologio a palette giganti, l’orologio ad acqua a vasi basculanti, gli ingranaggi realizzati per le torri civiche e campanarie, ecc. Il percorso monumentale segue un ordine cronologico: una sezione comprende gli orologi a pendolo e quelli meccanici realizzati per i campanili, mentre un’altra sezione è dedicata alla storia e alla evoluzione dei cosiddetti orologi a scatto di cifre.
Le testimonianze della Prima Guerra Mondiale
La Carnia è ricca di luoghi che conservano testimonianze inerenti a diversi periodi storici. Il Passo di Monte Croce Carnico è uno di questi: si tratta di un valico sulle Alpi Carniche che mette in comunicazione il Friuli Venezia Giulia e la Carinzia. Nel corso della Prima Guerra Mondiale, il Passo di Monte Croce Carnico era strategicamente decisivo sia per l’esercito italiano esercito che per quello austro-ungarico, in quanto un suo sfondamento avrebbe determinato la rottura del fronte. Proprio per questo motivo, nel 1915 – anno in cui l’Italia entrò in guerra – l’intera zona venne occupata militarmente da entrambi gli eserciti. A testimonianza delle battaglie dell’epoca vi sono ancora oggi una serie di tracce di grande rilievo dal punto di vista storico e umano.
- Prodotti tipici della Carnia
- I Cjarsons
Piatti tipici della Carnia
Durante il soggiorno in Carnia, oltre ad ammirare paesaggi di rara bellezza e a visitare i suoi interessanti musei, è anche possibile degustare tutta una serie di prodotti tipici di grande bontà.
Si pensi, ad esempio, al delizioso Prosciutto crudo o Speck di Sauris e al formaggio Formadi Frant: ingredienti unici per un aperitivo in pieno stile carnico! Un altro piatto tipico, a cui è impossibile resistere, è il cosiddetto toc’ in braide, noto anche come intingolo nel podere, a base di polenta, formaggio e burro fusi e farina di mais tostata.
Anche la frutta è molto apprezzata in Carnia, soprattutto mele e frutti di bosco: questa regione dell’Alto Friuli, in passato, produceva un tipo di mela particolare, un mix tra autoctono e mele di paesi lontani. Questo perché era d’uso negli emigrati piantare i prodotti che trovavano nei loro viaggi e la mela è un frutto che, in Carnia, attecchisce molto bene e si diffonde velocemente. Oggi si sta cercando di riprodurre questa coltura per ampliare l’offerta economica e anche per fare riemergere antichi sapori, sempre graditi al palato.
Data la sua morfologia ricca di boschi e vallate verdeggianti, il terreno della Carnia si presta alla coltura di frutti di sottobosco quali mirtilli, fragolette, lamponi e more dal colore e profumo intenso.
Le fertili foreste, in realtà, permettono che questi frutti si possano gustare all’aria aperta e alla portata di tutti, semplicemente facendo una passeggiata lungo i sentieri montani. Generosi cespugli permettono di dare ai produttori locali una vastità di prodotti, soprattutto marmellate e confetture adatte per il mercato dolciario, ma anche come accompagnamento nelle degustazioni di formaggi e insaccati.
Degustazioni da provare anche con il miele, che qui è un prodotto di punta: in Carnia, infatti, ci sono molte varietà di miele, da quello comune di millefiori a quello di acacia, castagno e rododendro a quello più particolare di pino di mugo. Anche in Carnia ci sono state delle ripercussioni nella produzione di miele dovute alle ultime annate non certamente positive (ne abbiamo parlato qui).
E da bere? Non può mancare una tipica birra integrale della zona, rinfrescante e dal sapore caratteristico o – in alternativa – un buon calice di vino carnico.