Le terre di confine suscitano un fascino particolare negli occhi e nel cuore di ogni viaggiatore. Il Collio friulano è una di queste: una terra fatta di contrasti e fusioni ma anche di passioni, tradizioni e vivacità culturale. Si tratta di una una zona collinare del Friuli-Venezia Giulia, compresa tra l’Isonzo e lo Judrio. Si estende per circa 150 chilometri quadrati e include alcune aree appartenenti alla provincia di Gorizia e altre alla Slovenia.

Il Collio friulano può essere considerato una sorta di area di passaggio, fisico e culturale, tra le alte vette delle Alpi Giulie e la zona pianeggiante che giunge fino alla costa adriatica.

 

Le città da visitare del Collio friulano

Gorizia

La città più rappresentativa del Collio è sicuramente Gorizia. Essa merita di essere visitata in primis per il suo importante castello, realizzato nel 1100 per volontà dei conti di Gorizia, e poi per l’accogliente borgo. Il castello fu pesantemente danneggiato nel corso della Grande Guerra. Per gli amanti della storia e delle costruzioni architettoniche poi, è consigliatissima una visita presso i seguenti luoghi:

  • Casa Rassauer, prestigioso edificio in stile gotico;
  • Palazzo Formentini, che è sede del Museo di Storia e Arte;
  • Chiesa di Santo Spirito, risalente al Trecento.

Le guerre hanno segnato anche nella fisionomia la storia di questa città: dovete sapere, infatti, che anche Gorizia ha avuto il suo Muro, ossia una recinzione costruita nel 1947 per separava l’abitato di Gorizia rimasto italiano a quello annesso all’allora Jugoslavia alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Il Muro, o almeno una parte di esso, è rimasto in piedi fino al 2004 quando, a seguito dell’ingresso della Slovenia nell’Unione Europea, è stata smantellata la porzione che divideva in due piazza della Transalpina.

 

Gorizia, uno dei centri più importanti del Collio Friulano - Foto: Wikipedia

Gorizia, uno dei centri più importanti del Collio Friulano – Foto: Wikipedia

 

Cividale

Altro centro di rilievo del Collio è Cividale, che è una cittadina fortemente rappresentativa della cultura longobarda. Numerosi i monumenti che ne testimoniano il glorioso passato: si pensi, ad esempio, all’Ipogeo celtico, una serie di suggestivi e misteriosi locali sotterranei ricavati nella roccia; all’Oratorio di Santa Maria in Valle, anche noto come tempietto longobardo, che rappresenta un mirabile esempio di architettura dell’alto Medioevo e in cui convivono armoniosamente elementi longobardi e classici.

Il simbolo di Cividale è il caratteristico Ponte del Diavolo. Costruito partire dal 1442, presenta due arcate e poggia su un macigno naturale collocato nel letto del fiume Natisone. Il nome del ponte ha origine da una leggenda locale secondo la quale gli abitanti di Cividale chiesero aiuto al Diavolo per la sua costruzione, in cambio dell’anima della prima creatura che avesse attraversato il ponte. I cividalesi, una volta che il Diavolo ebbe eretto il ponte (pare in una sola notte),  fecero passare per primo un animale beffando così il Diavolo, che dovette accontentarsi dell’anima dell’animale (un cane, un gatto o addirittura un maiale: le versioni sono diverse), risparmiando così gli abitanti del luogo.

 

 

Tempietto Longobardo di Cividale del Friuli by Wikipedia l’enciclopedia libera | Una vista del ponte del Diavolo di Cividale del Friuli by Wikimedia Commons

 

Aquileia

È stata una delle più importanti città romane e offre ai visitatori la possibilità di ammirare un importante sito archeologico e una Basilica che sono stati dichiarati dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità.

Oltre a questi monumenti, è consigliata una visita anche al Museo Nazionale Paleocristiano e al Museo Archeologico Nazionale, dove si possono ammirare gran parte dei reperti romani e paleocristiani rinvenuti ad Aquileia.

Dettaglio di un mosaico (Riposo di Giona e scene di pesca) nella Basilica di Aquileia by Wikipedia | Il Museo archeologico di Aquileia by Wikimedia

 

Piatti tipici del Collio

Come ogni territorio che si rispetti, anche il Collio friulano offre piatti tipici che esaltano i prodotti di questa terra abbinati con un tradizionale mix di sapori e tecniche gastronomiche. Due piatti, in particolare, hanno attirato l’attenzione del nostro palato: il risotto con lo Sclopìt e il brodo abbrustolito.
 


 

Risotto con lo Sclopit

È un piatto tipico a base di Silene, un’erba spontanea che nasce in primavera e utilizzata per via del sapore delicato. Il termine Sclopìt deriva proprio dal nome che gli abitanti del Collio hanno dato a questa erba e sta a indicare la forma rotonda della infiorescenza generata dalla pianta. È un risotto pregevolmente mantecato, reso cremoso grazie all’aggiunta di delizioso mascarpone e formaggi locali.
 

Brodo abbrustolito

Si tratta di un vero e proprio brodo la cui preparazione richiede pochi ma gustosi ingredienti: uova, farina, burro, maggiorana, cumino, Parmigiano Reggiano, sale e pepe.  Il risultato di questo interessante mix di sapori locali e indigeni è un brodo dal sapore unico, che si presenta come una zuppa arricchita con del pane del luogo.
 

La Gubana tipica di Cividale

La Gubana è un dolce tipico delle valli del Natisone, in provincia di Udine. Il nome del comune di Cividale viene accostato a questo dolce poiché, nel 1409, esso fu servita in un banchetto preparato in occasione della visita di papa Gregorio XII proprio a Cividale del Friuli.

Dalla caratteristica forma a chiocciola, la Gubana viene consumata soprattutto a Natale e Pasqua o in occasione di eventi festosi, come matrimoni e sagre. È a base di pasta dolce lievitata ripiena di noci, uvetta, pinoli, zucchero, grappa, scorza grattugiata di limone. Viene cotta al forno e le tecniche di produzione e preparazione nonché gli ingredienti da utilizzare vengono dettati dal Consorzio per la protezione del marchio Gubana, nato proprio per tutelare i produttori locali della gubana.

 

La Gubana by Wikipedia

La Gubana by Wikipedia

I vini del Collio

Nel Collio friulano sono circa 1600 gli ettari di terreni coltivati a vite, che si estendono dalle colline al nord della provincia di Gorizia fino al confine con la Slovenia: in quest’area vengono prodotti vini assai pregiati.

Il terreno che caratterizza questa regione geografica, d’altronde, è ottimo per la viticoltura: esso, infatti, è caratterizzato da un impasto di marne e arenarie stratificate che rendono il vino piacevolmente mineralizzato. D’altra parte, anche il clima contribuisce in maniera significativa a favorire la viticoltura: le temperature miti e la presenza di ventilazione, infatti, riducono il livello di umidità, creando le condizioni più vantaggiose per lo sviluppo e la maturazione dell’uva.

Le aziende vinicole che operano nel Collio friulano sono circa 1500 e arrivano a produrre annualmente 80 milioni di bottiglie. Molte di esse, tra l’altro, offrono ai turisti ospitalità in location davvero suggestive e bucoliche, per un soggiorno all’insegna della natura e del buon vino.

Tra i vini bianchi più celebri del Collio segnaliamo i seguenti: il Müller Thürgau, la Ribolla Gialla, il Pinot Grigio, il Sauvignon, il Riesling, il Picolit, il Traminer Aromatico e il Friulano del Collio. Mentre tra i vini rossi rinomati ricordiamo il Cabernet, il Cabernet Franc, il Cabernet Sauvignon, il Merlot e il Pinot Nero.
Molti di voi conosceranno quest’ultimo con il suo nome originale, Tocai Friulano: nel 2007, però, per via di alcuni accordi tra Italia e Unione Europea, l’utilizzo di tale nome è stato vietato poiché troppo simile a quello della denominazione di origine controllata ungherese del vino Tokaji e all’omonima zona di produzione, seppur la somiglianza sia relativa solo ed esclusivamente al nome e non alla tipologia di vino.