A prima vista, il carciofo spinoso di Sardegna appare pungente, duro da digerire. Tuttavia, come il detto “L’abito non fa il monaco”, una volta provato, si scopre un ortaggio dal cuore tenero e molto saporito.
Il carciofo spinoso sardo (il suo nome botanica è Cynara Scolimus, nel gergo degli agricoltori il ‘bastardo spinoso’) è un prodotto D.O.P. (Denominazione di origine protetta) e la Sardegna – regione da cui prende il nome – è madre di questo prodotto unico, che rappresenta un’eccellenza enogastronomica italiana dalle ottime proprietà nutritive.
Storia e provenienza del carciofo spinoso di Sardegna
Il carciofo spinoso di Sardegna ha origini molto antiche. Questo ortaggio, infatti, proviene dall’Oriente, portato dai Fenici sull’isola. Altri, invece, sono convinti che esso provenga addirittura dall’Etiopia. Si hanno testimonianze della sua coltivazione in terra sarda già dal XVIII secolo, in opere quali “Agricoltura di Sardegna” del 1780 e “La vita rustica della Sardegna riflessa nella lingua” del 1921. È solo a partire dal XX secolo, comunque, che la coltura del carciofo spinoso sardo diventa specializzata in tutta la regione, divenendo conosciuto anche al di fuori della regione.
Il carciofo spinoso è coltivato in gran parte della Sardegna, interessando tutte le province dell’isola. La tipicità del carciofo spinoso sardo è garantita dalle condizioni pedoclimatiche del territorio sardo, dalla sua speciale coltivazione e dallo sviluppo come patrimonio culturale.
Particolarità del carciofo spinoso sardo
Perché il carciofo spinoso sardo è così particolare? Prima di tutto, il suo cuore è così tenero che può essere mangiato al naturale, anche subito dopo la sua raccolta; il carciofo spinoso, poi, risulta croccante ed è ricco di polifenoli, sodio, ferro e carboidrati (proprio grazie a una presenza di questi ultimi del 2,5%, il carciofo è rientrato nella categoria D.O.P.).
La presenza bilanciata tra carboidrati e tannini permette che il carciofo spinoso di Sardegna risulti essere poco astringente. A garantire la sua naturalità e genuinità è la raccolta, che avviene rigorosamente a mano tra l’1 settembre e il 31 maggio, servendosi per il suo deposito durante la raccolta, di contenitori posti sulle spalle dei contadini. È dotato, inoltre, di un intenso profumo di cardo e si presenta con una cima conica, compatta e allungata.
Il consorzio di Tutela del Carciofo Spinoso di Sardegna
Poiché questo prodotto dell’agricoltura D.O.P merita di essere considerato un’eccellenza enogastronomica italiana e anche per la sua esclusiva bontà, nel novembre del 2012 è stato istituito il Consorzio di Tutela del Carciofo Spinoso di Sardegna, il cui logo stilizzato raffigura un carciofo umanizzato che sorride con foglie che rappresentano le sue braccia.
Il Consorzio è nato dall’incontro di 12 aziende: oggi si contano ben 36 aziende produttrici del carciofo spinoso. Di certo, il carciofo spinoso di Sardegna si rivela come uno degli assi portanti dell’economia agricola dell’isola.
Ogni ettaro coltivato produce una rendita pari a 14.000 euro. L’80% del raccolto attraversa il mare per raggiungere mercati in cui il carciofo spinoso è maggiormente commercializzato come quelli di Torino, Milano e Genova.
In cucina con creatività
Diversi sono i suggerimenti culinari del carciofo spinoso di Sardegna che lo rendono attrattivo per il nostro palato. Possiamo mangiarlo e assaporarlo in pinzimonio, da contorno con l’agnello o la bottarga. In ogni caso, dobbiamo considerare che questo prodotto D.O.P. è estremamente versatile nel suo impiego in cucina, dall’antipasto al dolce.
A voi la scelta e la fantasia.