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Il Lambrusco è un vino molto pregiato e diffuso in Emilia-Romagna. Numerose sono le storie legate al suo nome e alla sua origine: già Virgilio, nelle sue opere, cita l’espressione “vitis labrusca”.
Nel 1867, grazie a Francesco Agazzotti, (avvocato, agronomo, enologo, politico e notaio italiano), venne fatta una prima suddivisione delle tre varietà prevalenti dei vitigni Lambrusco:
- Lambrusco della viola o di Sorbara;
- Lambrusco Salamino;
- Lambrusco dai Graspi Rossi, oggi chiamato Grasparossa.
Altre varietà minori di vitigni sono: Lambrusco a foglia frastagliata, Lambrusco Barghi, Lambrusco Maestri (noto anche come Grappello Maestri), Lambrusco Marani, Lambrusco Montericco, Lambrusco Oliva, Lambrusco Viadanese e il Lambrusco Ruberti (chiamato anche Grappello Ruberti).
Il Lambrusco è diffuso nei vigneti a partire dalla provincia di Parma e diventa il protagonista quasi assoluto in quelli di Reggio Emilia e Modena.
In Italia esistono diverse DOC e IGT specifiche per il Lambrusco, un vino che accontenta tutti i gusti poiché può essere fermo (tranquillo), frizzante o spumante, anche se la prima tipologia è poco diffusa.
Inoltre, il Lambrusco può essere secco, amabile o dolce, rosso, rosato. La spumantizzazione avviene in genere con il metodo Charmat, anche se esiste qualche sparuto esempio di vinificazione con metodo classico.
La zona di produzione
La produzione di Lambrusco è diffusa in tutta la regione Emilia Romagna e nella provincia di Mantova. Mentre le produzioni DOC sono presenti per lo più nel Modenese, nel Reggiano, e nel Mantovano, quelle IGT (Indicazione Geografica Tipica) le troviamo nella provincia di Mantova, a Quistello, e in Emilia partendo da Piacenza, fino ad arrivare in Romagna, a Forlì e Cesena e passando da Ravenna.
Essendo caratteristico della regione emiliana, molto vino Lambrusco è prodotto come “vino comune”, fuori dalle denominazioni/indicazioni.
SCHEDA TECNICA
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