Il birrificio Baladin nasce come brewpub nel 1996 a Piozzo, un piccolo paese che si affaccia sulle Langhe, in Piemonte, ad opera del mastro birraio Teo Musso, già proprietario dal 1986 dell’omonimo pub.

La nascita del birrificio Baladin coincide con quella del movimento artigianale italiano e Teo Musso ne è stato sicuramente un attore protagonista. Una figura fondamentale, insomma, per la diffusione della cultura birraria nel territorio italiano e importante portabandiera all’estero della birra artigianale italiana.

L’idea ispiratrice di Teo è stata da subito la volontà di abbinare birra e cibo. Per fare ciò, la prima iniziativa commerciale è stata l’invio a 500 ristoranti italiani di una campionatura delle sue due birre. Apprezzata subito da tutti gli chef, sono stati necessari tempo e lavoro per vedere le sue birre inserite nei menu dei ristoranti, accanto ai vini, facendo della birra una valida alternativa al vino, bevanda  cui gli avventori erano già abituati. Oggi, infatti, la birra è oramai proposta anche in ristoranti di alta categoria.

Fin dall’inizio, Baladin ha prodotto birre ad alta fermentazione, non pastorizzate, ricercando la massima qualità della materia prima e puntando su un attento equilibrio di aromi.

Attualmente nel catalogo sono presenti 30 birre disponibili in diversi formati (da 33 CL a 150CL).

Dal primo gennaio 2012 il Birrificio Baladin è diventato azienda agricola, producendo direttamente oltre l’85% della materia prima utilizzata nelle ricette.

Un nome incrocia sovente la strada di Teo fin dagli inizi: Lorenzo Dabove, in arte Kuaska. Grande conoscitore e assaggiatore di birra di fama mondiale, scopre agli inizi della sua attività il giovane ambizioso piozzese e con lui crea, anni dopo, il “TEKU”, il primo bicchiere nato per la degustazione delle birre artigianali.

Baladin ha 14 locali in Italia che contribuiscono alla diffusione della cultura della birra artigianale.

Abbiamo intervistato Fabio Mozzone, Marketing Manager del Birrificio Baladin per conoscere meglio questa realtà e addentrarci nel favoloso mondo della birra artigianale.

Buona lettura.

Birrificio Baladin

Birrificio Baladin

Ciao Fabio , benvenuto su Italian Food Experience. Come è nata l’idea di creare un birrificio artigianale?

Nel 1986 Teo Musso apre il suo primo pub come espressione delle sue passioni, in primis la birra. Per i primi 10 anni, ai clienti vengono proposte birre provenienti da tutta Europa contribuendo a creare i primi interessi verso l’esplorazione di un prodotto diverso da quello comunemente conosciuto. Nel 1996 avviene la svolta: nasce il brewpub, che permettere a Teo di proporre la sua idea di birra, caratterizzata dai profumi e dagli aromi sempre. Un’attività pioneristica essendo uno dei primissimi birrifici artigianali nati in Italia.

 

Quali sono le differenze più significative tra una birra artigianale e quella industriale?

In Italia una legge del 2016 definisce birra artigianale quella prodotta da piccoli birrifici indipendenti (produzione annua inferiore a 200.000 ettolitri) e non sottoposta, in fase di produzione, a processi di pastorizzazione e di microfiltrazione. Alla legge affianchiamo un pensiero che vuole specificare che per Baladin una birra artigianale è la diretta espressione dell’artigiano che la concepisce, che non segue necessariamente delle politiche di scala nella scelta delle materie prime impiegate, che esprime gusti e profumi e che può evolvere la ricetta nel tempo, per non venire meno all’evoluzione del pensiero del mastro birraio. Inoltre, per Baladin, la birra deve – laddove possibile – rappresentare una filiera locale, intesa come produzione di materia prima in Italia.



 

Quali sono stati i riconoscimenti più importanti che avete ricevuto finora?

Abbiamo vinto più volte il premio Birrificio dell’Anno, attribuito dall’associazione di categoria Unionbirrai. Altri sono stati i riconoscimenti, ma quello sopra citato risulta per noi il più significativo perché nato da un confronto diretto con la migliore produzione artigianale nazionale.

 

La vostra è una filiera a 360°, dalla terra alla tavola. In linea generale, qual è il processo di produzione della vostra birra artigianale?

Coltiviamo oltre l’85% della materia prima direttamente (in particolare orzo e luppolo) che lavoriamo in un moderno impianto di produzione tutto italiano. Completiamo il cerchio distribuendo direttamente la birra attraverso una la nostra azienda di distribuzione, Selezione Baladin.

Teo Musso con le sue birre artigianali

Teo Musso con le sue birre artigianali

 

Baladin offre un vasto assortimento di birre, da quelle classiche a quelle speziate. Trattandosi di birre artigianali, prive di sostanze stabilizzanti, come riuscite a controllare la salubrità del prodotto?

Limitiamo al massimo i problemi di contaminazione. Siamo attenti alla selezione della materia prima e utilizziamo strumentazioni all’avanguardia per la produzione e per l’imbottigliamento, fase delicatissima che richiede un elevato grado di attenzione.

 

Le birre Baladin si caratterizzano per la grande creatività nella loro realizzazione e nel gusto. In base a quali caratteristiche selezionate gli ingredienti?

Gli ingredienti vengono selezionati in prima battuta per esprimere quanto meglio possibile la sensazione in termini di profumi e gusto che il mastro birraio vuole trasmettere a chi beve le nostre birre. Siamo molto esigenti con noi stessi per le materie prime autoprodotte e altrettanto attenti nel selezionare fornitori laddove, come nel caso di alcune spezie, non possiamo prenderci una responsabilità diretta.

 

Un birrificio emergente cosa dovrebbe fare per potersi inserire in un mercato molto competitivo come questo e riuscire a distinguersi?

Essere cosciente che produrre birra non è un mestiere semplice e certamente remunerativo. Deve rispettare il proprio cliente non tradendo le aspettative che una birra artigianale deve evocare. Il prodotto deve esprimere, anche nelle occasioni di bevuta più semplici, una personalità.

 

Siete presenti nel mercato italiano e in diversi mercati esteri? Quali, nello specifico?

Siamo presenti in oltre 40 paesi. Non in tutti creiamo mercato ma li presidiamo per ragioni di sostegno del marchio. I principali sono i paesi del nord Europa, la Francia, la Spagna, gli USA, Australia, Giappone e stiamo crescendo in Cina e in una serie di paesi asiatici sensibili al prodotto artigianale italiano.

 

Quali sono gli obiettivi e le prospettive per il futuro?

La volontà è di crescere con obiettivi ben chiari che possano sostenere finanziariamente il progetto nel suo insieme. Sotto l’aspetto evolutivo del prodotto, l’ambizione è di produrre la totalità della materia prima in Italia entro il 2022 (escluse alcune spezie).

 


 

 

Un luogo della tua terra che consiglieresti di visitare e un prodotto o un piatto tipico da degustare assolutamente?

Consiglio di visitare il Baladin Open Garden di Piozzo che ospita il birrificio. Abbiamo creato un luogo di condivisione adatto a tutti dove potersi rilassare e, volendo, approfondire tematiche legate al mondo della birra artigianale e più ampiamente alla sensibilizzazione dell’importanza di conoscere le materie prime. All’interno di una cascina storica piemontese ospitiamo un laboratorio di torrefazione, uno di trasformazione del cacao e un piccolo mulino a pietra per la lavorazione dei cereali che usiamo per la panificazione. Invitiamo nei fine settimana estivi i contadini della zona per raccontarsi e proporre i loro prodotti. Insomma, alla possibilità di assaggiare le nostre birre e di gustare il nostro cibo, vogliamo affiancare momenti di cultura. Un piatto tipico? Tajarin ai 40 tuorli al sugo o al tartufo bianco d’Alba.