Quanto la cucina italiana può essere invitante per i turisti? E quanti hanno voglia non solo di mangiare un buon piatto tipico ma anche assistere alla sua preparazione, in un clima caldo e accogliente tipico delle case italiane?

Cesarine, startup nata nel 2004, ha pensato di andare un po’ oltre al classico ristorante, creando una rete di cuochi italiani non professionisti, una vera e propria community di persone che fa leva sull’autenticità della cucina casalinga e tradizionale.

Il core business del progetto è ospitare nelle proprie case turisti che possono scegliere cosa fare tra corsi di cucina, pranzi, cene,  aperitivi e visite ai produttori locali.

Per conoscere meglio questa interessante realtà, abbiamo intervistato Francesca Comolli, responsabile della comunicazione e dei progetti speciali di Cesarine. Francesca lavora in Cesarine da circa 3 anni: ha avuto dunque il piacere di assistere ai cambiamenti e alla crescita che, nel corso degli anni, hanno interessato questa food startup. Oltre ai rapporti con la stampa, Francesca si occupa anche dei Social Media, di alcune partnership che sono attive; inoltre, ha curato il libro “La cucina di casa delle Cesarine” edito da Slow Food Editore.

La Cesarina Annamaria a Milano

La Cesarina Annamaria a Milano

 

Ciao Francesca, benvenuta su Italian Food Experience. Cesarine è la più antica rete di cuoche casalinghe d’Italia. Come è nata l’idea di avviare questo progetto?

Cesarine è nata nel 2004 a Bologna come Associazione Culturale Gastronomica, patrocinata dal Ministero delle Politiche Agricole (MIPAAF), dalla Regione Emilia Romagna e dall’Università di Bologna.

Nel 2014 l’Imprenditore Davide Maggi ha creato la piattaforma cesarine.com, estendendo il network di cuoche domestiche a tutto il territorio italiano e trasformando la piccola realtà bolognese prima in una Startup Innovativa e, nell’ultimo anno, in una Scaleup.

Nel 2017 sono diventati soci di Cesarine: Daniele Ferrero, AD di Venchi, Niccolo Branca, AD e Presidente dell’omonimo gruppo, Marco Airoldi, ex CEO di Benetton group, Alfredo Cazzola e altri investitori italiani.

A giorni lanceremo una campagna sulla piattaforma Crowdfundme per scovare altri imprenditori e fondi d’investimento interessati a investire nel progetto.

Un importante passo è stato diventare, nel 2019, Comunità Slow Food; è seguita, quindi, la pubblicazione del nostro primo libro di ricette di casa custodite dalle famiglie italiane.

Ci piace pensare che Cesarine sia il primo Airbnb del cibo autentico italiano, di casa e a cm0, formato da più di 1500 cuoche e cuochi domestici distribuiti in oltre 400 località italiane: tutti loro aprono le proprie case per condividere e promuovere le tradizioni culinarie italiane.

 

In linea generale, come è strutturata la rete Cesarine?

La rete Cesarine cresce ogni giorno. Sono tantissime/i infatti le appassionate/i di cucina che si candidano per entrare a far parte del nostro Network. Ovviamente la selezione è molto accurata e non tutte/i hanno i requisiti richiesti.

Il nostro team di esperti conoscitori delle tradizioni gastronomiche regionali non devono solo valutare le conoscenze culinarie e la bravura in cucina delle candidate, ma anche le loro case, che devono essere per forza accoglienti e sicure per ospitare al meglio i clienti; inoltre, diamo molta importanza al loro livello di empatia e convivialità, alla conoscenza di almeno una lingua straniera (prima dell’emergenza Covid il nostro pubblico era all’80% straniero) e la zona in cui abitano. Infatti, alla base delle selezioni c’è anche un attento e progressivo studio dei trend turistici e delle mete più ricercate, per poter garantire alle associate un minimo di numero di eventi.

Molte persone credono che le Cesarine siano solo donne casalinghe di una certa età; in realtà ci sono tantissimi uomini, coppie e giovani appassionati di cucina, oltre a tanti professionisti: alcuni sono medici, avvocati o possiedono un’attività propria. A spingere tutti loro è la passione per la cucina e l’ospitalità e la voglia di organizzare eventi in casa targati Cesarine.

Come dicevo, oggi la rete Cesarine si sviluppa in oltre 400 località italiane, permettendoci di organizzare eventi culinari sia nelle grandi città che nelle località costiere, di montagna e ovviamente anche di campagna.

A sinistra il Cesarino Germano di Roma, a destra la Cesarina Emanuela di Napoli

A sinistra il Cesarino Germano di Roma, a destra la Cesarina Emanuela di Napoli

 

 

Quale riscontro avete ottenuto dai vostri clienti?

Tutte le recensioni ricevute dai nostri clienti sono di 5 stelle. C’è chi ha apprezzato maggiormente la cucina, chi l’accoglienza e la compagnia della/del Cesarina/o; tutti concordano sul fatto che sia un’esperienza completamente diversa da quella offerta da un normale ristorante, più intima ma al tempo stesso anche più sociale proprio per il legame che si crea tra ospite e Cesarina/o.

Soprattutto per i clienti stranieri, la vera attrazione è quella di conoscere una persona del posto, se non addirittura l’intera famiglia, facendo un’esperienza diretta con la vera cultura di un luogo, facendosi consigliare posti meno turistici e produttori locali da cui comprare gli ingredienti utilizzati per le pietanze gustate a tavola.

 

Oltre al pranzo, alla cena e all’accoglienza in casa, Cesarine prevede anche la presenza di una cuoca e il suo supporto nella preparazione del pasto?

La nostra offerta è molto varia, dopo l’emergenza Covid ancora di più. Oltre a pranzi, cene e corsi di cucina – che sono le nostre food experiences tradizionali – Cesarine ha lanciato sulla sua piattaforma cesarine.com corsi di cucina live online, sia in lingua italiana che inglese, privati e shared, e il servizio di consegna a domicilio. Quest’ultimo, in particolar modo, è pensato per chi lavora in ufficio e preferisce non andare in luoghi affollati per pranzo, per chi vuole invitare amici o parenti a casa ma non ha avuto tempo per fare la spesa – viste le file che spesso si trovano fuori dai supermercati – e per chi, dopo il lockdown, non ha più molta voglia di stare ai fornelli. Ovviamente è un servizio che terremo attivo anche quando il paese, speriamo presto, potrà tornare alla normalità.

Corso di cucina della Cesarina Sissi a Milano.

Corso di cucina della Cesarina Sissi a Milano.

Raccontaci un aneddoto simpatico inerente al progetto e alla tua attività.

I racconti più divertenti li custodiscono sicuramente le Cesarine stesse. Molte creano dei legami di amicizia duraturi con i loro ospiti, ricevono auguri e regali per Natale o si scambiano ricette.

Per quel che mi riguarda, uno degli aneddoti più cari che ho riguarda una cena di lavoro, fatta a Milano l’anno scorso, insieme agli organizzatori del Global Food Innovation Summit Seeds&Chips, durante la quale ho avuto il piacere di conoscere Kerry Kennedy. Non dimenticherò mai i complimenti che ha fatto a Cesarina Roberta per i suoi piatti e al progetto in generale.

Quali sono i progetti futuri di Cesarine?

I progetti in casa Cesarine sono sempre tanti: ogni giorno nascono idee che a volte vengono sviluppate e altre solo rimandate.

In primis vorremmo trasformare Cesarine da sola “esperienza di cucina autentica regionale” a un “marketplace del made in Italy culinario”: una vetrina per tutte le eccellenze alimentari nel nostro Paese, dall’invito a tavola dalle nostre cuoche al prodotto di eccellenza del piccolo produttore.

La voglia e l’intenzione massima è quella di estendere il progetto al resto del mondo, creando associazioni di cuoche domestiche esperte nella cucina del proprio paese/territorio.

Chissà, magari neanche fra troppo tempo.